30 tff: torino perchÉ ti fai del male?

LA POLITICA SCEGLIE GABRIELE SALVATORES COME FUTRO DIRETTORE ARTISTICO DEL TFF, MA IN CITTÀ C’È CHI VORREBBE ANCHE PER IL PROSSIMO ANNO GIANNI AMELIO, CHE COMMENTA: “MI ASPETTAVO PIÙ CORRETTEZZÀ E CIVILTÀ!”

Così come nello spirito regale della città, da sempre il Torino Film Festival si è tenuto alla larga dalle inutili polemiche che spesso circondano le grandi manifestazioni italiane. Almeno fino all’edizione dello scorso anno. E sì, perché pare che l’edizione numero 30, quella che doveva essere più che altro una festa, non trovi pace. Tutto ha inizio con la querelle con il Festival di Roma e il suo nuovo direttore Marco Muller, per una questione di date. Infatti come sapete il TFF e il Festival di Roma saranno a distanza di una settimana l’uno dall’altro, con Torino che, giustamente, ha lamentato un trattamento diverso da parte della politica per la manifestazione della Capitale. E sempre la politica quest’oggi interviene a “rovinare” l’attesa del Torino Film Festival.

A quanto pare infatti le istituzioni della città avrebbero già deciso, con una trattativa segreta, di far fuori per il prossimo anno l’attuale direttore Gianni Amelio, in scadenza di contratto a dicembre 2012, per dare in mano la kermesse a Gabriele Salvatores. Ovviamente l’attuale direttore artistico, almeno da ciò che circola in queste ore, non avrebbe gradito lo sgambetto e si sentirebbe sfiduciato, tanto che per difenderlo è sceso in campo il direttore del Museo del Cinema di Torino, Ugo Nespolo, che parla di «un’inaccettabile sgarbo da parte delle istituzioni al direttore in carica, Gianni Amelio. Una totale mancanza di fair play nei confronti di un regista che in quattro anni ha dato e fatto molto per il Tff».

La trattativa però per portare Salvatores a Torino è ormai realtà. I rappresentanti del TFF però si dicono ancora  ignari di tutto e difendono Amelio e, continua Nespolo: «Non ha senso dichiarare appoggio formale ad Amelio e poi condurre una trattativa sottobanco. A questo punto capirei se ne andasse sbattendo la porta». Insomma il pericolo è che Amelio decida di andarsene, abbandonando il Festival proprio nell’anno del suo trentesimo compleanno, lasciando l’organizzazione senza un direttore. Del resto Amelio finora ha solo commentato in maniera pacata: “Quest’anno scade il mio quarto mandato alla guida del Tff, sarebbe stato corretto aspettare la fine del Festival prima di far circolare illazioni e dare certezze sulla successione. Mi sarei aspettato classe e civiltà all’altezza della citta’ e dei torinesi. In ogni caso io di professione faccio il regista, non il direttore di Festival, sono stra-impegnato e infatti ad aprile inizierò a girare il mio nuovo film”

Per quanto riguarda l’arrivo di Salvatores le istituzioni non confermano e non smentiscono. L’assessore comunale alla cultura Maurizio Braccialarghe spiega invece che «molte sono le ipotesi ancora aperte» e che quindi non è ancora detta l’ultima parola sull’uscita di scena di Gianni Amelio dalla direzione del Festival. Il nome di Salvatores però piace a tutti, almeno nel mondo della politica, che forse, prendendo spunto proprio da ciò che è successo al Festival di Roma di quest’anno con la chiamata di Muller, ha proprio intenzione di rendere più famoso agli occhi degli italiani il TFF, anche se la mission da sempre della manifestazione è un’altra. Sempre l’assessore Braccialarghe ha dichiarato, quasi benedicendo l’arrivo a Torino di Salvatores: «Penso che se un regista già di chiara fama provasse curiosità e affezione per una rassegna come la nostra, che gli consentisse anche di sperimentare e esplorare le sue passioni personali, l’ostacolo non sarebbe il compenso economico». 

Ma a quanto pare manca solo l’ufficialità, dato che il giovane assessore alla cultura della Regione, Michele Coppola (Pdl), ha già avuto un incontro con Salvatores e già ha ottenuto il via libera sia dal sindaco di Torino che dal presidente della Regione. Insomma non resta che stare a vedere come si metteranno le cose per il Torino Film Festival, sperando che alla fine la trentesima edizione sia una festa. Certo è che non si era mai parlato così tanto del festival torinese: che non sia una tecnica per battere Roma proprio con la carta della polemica? 

(24 agosto 2012)

 

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