Midway – Tra la vita e la morte: Recensione Film

UNA REGIA ELEGANTE UNISCE MISTERO E TRAGEDIA NEL FILM INDIE DI JOHN REAL

GENERE: mistery

VOTO: 3 su 5

USCITA IN SALA: 11 aprile 2013 

Partenza, zap, via. Telecamera accesa, l’inquadratura trema inizialmente, poi la messa a fuoco. Obiettivo fisso, incedere divertito, il manipolo di persone avanza ignaro. L’incipit è quello di molte pellicole di genere, il richiamo a Blair Witch ad esempio è molto forte, ma Midway, opera terza di John Real (nativo di Catania) è un esempio stilistico ineccepibile nel panorama indipendente italiano.Un cinema fatto di idee e trovate coraggiose, laddove il budget non sostiene l’effetto, ci pensano regia e montaggio a sorreggere lo script, talvolta anche la recitazione (Matteo Tosi e Antonella Salvucci su tutti) ed un make up importante che rendono questo “piccolo” film un lavoro ben fatto.

Pur con qualche carenza di scrittura, nel salto quadruplo da suspence alla tragedia, dal romance al mistery, Midway rappresenta esattamente una nuova corrente di pensiero che sta prendendo largo al giorno d’oggi, fatta da quei filmakers giovani che propongono idee adatte ad un pubblico non solo di nicchia, ma capace di premiare il coraggio della sperimentazione.

L’uscita in sala lo sottolinea perfettamente, se poi aggiungiamo un cast devoto alla storia con la S maiuscola ed una Elaine Bonsangue perfettamente a suo agio nel ruolo, come poi dichiarato in fase di interviste, ecco che la miscela “sovrannaturale” si mescola perfettamente e l’alchimia di genere funziona. Specialmente pensando che si tratta di un lavoro concepito come primo capitolo di un’apposita trilogia.

Il racconto di una coppia in difficoltà che decide di trascorrere un weekend tra amici nei boschi parte da un assunto plausibile, per poi arrivare laddove solo l’immaginazione trova strada. Anzi a metà strada, perché proprio lì si cela qualcosa che tra il nostro mondo e l’aldilà rende il loro weekend impossibile da dimenticare.

Salvo per noi spettatori una volta ritrovata la telecamera, cuore pulsante della narrazione, l’occhio onnisciente ci accompagna in una spietata analisi delle fragilità umane, raccontando le difficoltà interpersonali e mostrando il vero volto dell’orrore. Nella sacra unione tra terrore e intimità il mistero è così svelato. Batteria scarica. Nero.

 

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