BOYHOOD, SULLO SFONDO DI UN’AMERICA RURALE LINKLATER AMBIENTA LA GIOVINEZZA DI UN RAGAZZO, LA VITA DELLA SUA FAMIGLIA
DURATA: 165′
USCITA IN SALA: 23 Ottobre 2014
VOTO:
La vita, quella quotidiana, che sia circoscritta a una storia d’amore o che racconti una storia di formazione come nel caso del suo nuovo lavoro, è sempre stata l’oggetto preferito del regista Richard Linklater che dopo aver concluso lo scorso anno la trilogia che comprendeva Before Sunshine (1995), Before Sunset (2004) e Before Midnight (2013) porta sul grande schermo il suo nuovo lungometraggio, Boyhood, la storia di un ragazzo dai suoi 9 anni fino ai 21 che abbraccia anche gli avvenimenti che toccano le persone che gli girano intorno.
Per Linklater questo lungometraggio, che come il titolo sottolinea con una semplicità lapalissiana gira attorno alla fanciullezza di Mason, è stata anche una sfida in quanto il film è stato girato – per poche settimane ogni anno – nel corso di 12 anni dando così una naturalezza spiazzante e funzionale ai cambiamenti fisici di ogni personaggio pur non pesando, nelle immagini, i cambiamenti tecnici che cinematograficamente hanno influito sul modificarsi della qualità di una pellicola nell’arco di questo ultimo decennio.
Una madre sola e forte, una sorella di due anni più grande, un padre troppo giovane interpretato dall’attore feticcio del cineasta Ethan Hawke che, nonostante tutto, non lascia il sogno di fare musica e il tentativo di diventare, anno dopo anno, un uomo responsabile. E poi la quotidianità di un’America rurale, quella del sogno di Obama, della famiglia, di amori che non sottostanno all’idea di rinunciare.
C’è tantissimo della filosofia registica di Linklater in questo lungometraggio, delle sue storie che seguono, tassello dopo tassello, le vite di protagonisti che crescono insieme al pubblico con il quale ogni volta creano un legame che ha portato il suo pubblico ad attendere ogni volta 10 anni per vedere il seguito della storia tra Celine e Jesse raccontata nella Before Trilogy. E non si può non pensare che il suo Mason non sia altro che una versione giovane di Jesse, di quell’uomo che prenderà un treno per Vienna, città dove incontrerà Celine per dare inizio a una delle più belle storie d’amore del grande schermo.
Tralasciando la didascalia delle prime volte, dai baci all’amore fisico, Linklater nel suo film descrive non solo l’evoluzione del suo protagonista ma anche di un’America fondata su valori contrastanti. L’unicità dell’essere è alla base di questo lungometraggio che pone la lontananza da qualsivoglia tipo di rinuncia al centro della propria liberatoria metafora.