Roma Film Fest 2014 – NN: Recensione film

DRAMMA SUL DESTINO DEI PROFUGHI NARRATO ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI “DOTTORI DELLA MORTE”

unnamed (2)GENERE: DRAMMATICO

DURATA: 95’

REGIA: HECTOR GALVEZ

VOTO: 2/5

Fidel è un dottore. Non un medico normale per intenderci. È un antropologo. Collaborando con il suo team, cerca di dare identità, volto, nome, età e tutto quello che serve per dare pace ad un anima ormai passata a miglior vita e soprattutto una bara su cui piangere per la rispettiva famiglia.

Le modalità in base alle quali tutto avviene sono piuttosto meccaniche. Gli scheletri frantumati, i vestiti da ripulire dalla terra e dalle macerie, targhette plastificate con inciso un nome sopra: un ciclo meccanico che si ripete ogni giorno.

La vita del dottore però viene sconvolta da un numero. I resti del numero 9 non hanno nome, solo la fotografia di una giovane donna all’interno di una camicia ed un golf blu che non concede pace ad una donna che ormai ha rinunciato alla vita dopo la spasmodica ricerca di un marito che a casa non ha mai fatto ritorno.

NN è un film complesso. Le tematiche affrontate non suggeriscono nessun tipo di empatia, questo è certo, ma sono affrontate in modo troppo lento, ed ogni riflessione che dovrebbe nascere dalla visione del film si risveglia a scoppio ritardato. Le vite dei protagonisti sono trattate in modo superficiale, affidando ogni tipo di spunto all’intuizione. E il fatto di affrontare troppo superficialmente le storie dei protagonisti porta il regista a soffermarsi su una gran quantità di silenzi che rendono noioso il film.

Le scelte effettuate dal dottore sono scaturite dal suo tormento interiore. Un tormento scaturito dalla tenacia di una moglie ormai anziana che non si rassegna alla perdita di suo marito. La presunzione di aver dato in dono una speranza alla povera donna, una volta rivelatosi come una notizia falsa, diventa una leva per il senso di colpa di Fidel che decide di porre fine alle pene della donna, portandosi nella tomba un segreto, che consta, di fatti, nella verità.

Se i tempi non fossero così lenti, i fatti appena accennati, le intenzioni così poco approfondite, ci troveremmo di fronte ad un film di notevole qualità. La realtà dei fatti è invece che NN pur avendo nobilissime intenzioni si perde nel racconto per immagini e tenta di colmare una sceneggiatura incompleta con l’allusione. Una pellicola, per così dire, da Festival, non brutta ma semplicemente incompleta. Pregevoli  le  interpretazioni dei due protagonisti, ma il tutto il complesso construtto narrativo risulta alla fine troppo “pesante” da digerire per lo spettatore.

 

 

 

 

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"Io ci vedo...un rinoceronte!"