Solo Dio perdona di N.W. Refn

VOYEURISMO, CASTRAZIONE, DESIDERIO, SADISMO, COMPLESSO EDIPICO FANNO DI SOLO DIO PERDONA UN REVENGE MOVIE INTRISO DI PSICOANALISI

solo-dio-perdona2Bangkok, Thailandia. Billy e Julian (Ryan Gosling) sono due fratelli che gestiscono un club di boxe utilizzato come copertura per un’altra attività molto più fruttuosa, quella dello spaccio di droga. Billy dopo aver stuprato e ucciso una prostituta minorenne viene assassinato dal padre di questa, a sua volta punito da Chang (Vithaya Pansringarm), un poliziotto con un suo personale concetto di giustizia. Crystal, la madre di Billy e Julian, interpretata da un’autoritaria e vendicativa Kristin Scott Thomas, approda a Bangkok per vendicare il suo primogenito Billy.

Solo Dio perdona è a tutti gli effetti un revenge movie che non può non ricordare l’Uma Thurman di Kill Bill ogni volta che Chang tira fuori la sua katana con cui rende giustizia. Ma sotto la trama superficiale del revenge movie la pellicola di Nicolas Winding Refn cela una serie di metafore psicoanaliche, dal voyeurismo alla castrazione, passando per il desiderio e il complesso edipico irrisolto. Questo concentrato psicoanalitico vede la sua maggiore espressione attraverso il personaggio di Julian, un antieroe passivo, voyeur, dalla sessualità repressa dunque “castrato” e morbosamente succube della madre. La sua libido è infatti trasferita nelle braccia che rappresentano il pene “mancante”. Rivelatrice è la sequenza in cui Julian è seduto su una sedia e Mai, prostituta e cantante del club, gli immobilizza le braccia con dei lacci mentre lei si tocca davanti a lui. Immediatamente viene visualizzato un corridoio buio (il film è dominato dal colore rosso e da luoghi e stanze bui) in cui Julian si inoltra fino ad entrare in una stanza ancora più scura dove appare la figura di Chang che gli amputa un braccio con la sua katana. È la rappresentazione psicoanalitica del desiderio sessuale stimolato nella mente di Julian dalla visione di Mai ma interrotto in un percorso mentale segnato dall’avvento della castrazione.

Il voyeurismo e il sadismo sono altri temi centrali della pellicola. Oltre alla sopracitata sequenza in cui Julian è spettatore della performance di Mai, vi sono presenti altri momenti che vedono personaggi seduti davanti a “spettacoli” di diverso genere: Crystal è spettatrice di tre spogliarellisti nel club; un bambino viene reso spettatore di un’uccisione; ancora nel club viene spettacolarizzata la tortura di un uomo. La messinscena della morte diventa uno spettacolo macabro grazie anche alla geometria delle inquadrature dal sapore argentiano costruite come se fossero dei veri e propri quadri. L’evidenza della castrazione si ha nel duello a mani nude tra Chang e Julian dove sono perfettamente rappresentati i loro ruoli diametralmente opposti: Chang è l’eroe che possiede la katana, che simboleggia il fallo, e Julian è l’antieroe dalle braccia amputate.