The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde: recensione

Gli ultimi giorni di vita di Oscar Wilde raccontati con poesia e disperazione in The Happy Prince

locandina the happy princeGENERE: drammatico, storico, biografico

DURATA: 105′

USCITA IN SALA: 12 aprile 2018

VOTO: 4 su 5

Nella stanza di una modesta pensione di Parigi, Oscar Wilde (Rupert Everett) trascorre gli ultimi giorni della sua vita e, come in un vivido sogno, i ricordi del suo passato riaffiorano, trasportandolo in altre epoche e in altri luoghi. Non era lui un tempo l’uomo più famoso di Londra? L’artista idolatrato da quella società che l’ha poi crocifisso? Oggi Wilde ripensa con malinconia alle passioni che l’hanno travolto e con tenerezza al suo incessante bisogno di amare incondizionatamente. Rivive la sua fatale relazione con Lord Alfred Douglas (Colin Morgan) e le sue fughe attraverso l’Europa, ma anche il grande rimorso nei confronti della moglie Constance (Emily Watson) per aver gettato lei e i loro figli nello scandalo dopo l’estrema condanna per la sua omosessualità. Ad accompagnarlo in questo ultimo viaggio solo l’amore e la dedizione di Robbie Ross (Edwin Thomas), che gli resta accanto fino alla fine nel vano tentativo di salvarlo da se stesso e l’affetto del suo più caro amico Reggie Turner (Colin Firth).

Oscar Wilde, poeta dell’eccesso, così ci piace ricordarlo. Rupert Everett scrive, dirige e interpreta The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde, un film che è una rappresentazione poetica e disperata degli ultimi giorni di vita di un autore, scrittore e drammaturgo, forse il più citato ancora oggi. Più che recitare, Everett gli rende omaggio, diventando la sua reincarnazione in un film viscerale e malinconico, dalla fotografia che pare uscita dalla galleria di qualche museo. La prova dell’attore è ottima, a fronte di una continua ricerca intorno alla figura di Wilde, che ha voluto portare sullo schermo raccontando l’amore omosessuale – “crimine” di cui fu condannato a due anni di carcere – e concentrando le sue energie sullo spirito ribelle dell’artista poliedrico.

Oscar è un uomo che non ha più nulla per cui vivere; è arrabbiato, non ha neanche più risentimento verso quella società che l’ha incarcerato e che gli ha tolto ogni cosa. L’unico rimpianto è verso la moglie, con la quale cerca invano un riavvicinamento. Al suo fianco, gli amici Reggie e Robbie, quest’ultimo incarna un personaggio conflittuale, l’unico che ama, incondizionatamente, spesso rifiutato, Oscar. Con The Happy Prince, Everett dipinge la figura di un uomo alla costante ricerca egoistica dell’amore (“Io devo amare ed essere amato”), tra desiderio, eccesso, e il vizio. Egli fino alla fine non si pente delle scelte che fatto, tanto da morire per amore.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.