Milano Design Film Festival: 7° edizione

CONCLUSA LA SETTIMA EDIZIONE DI MILANO DESIGN FILM FESTIVAL, MANIFESTAZIONE CHE PORTA SUL GRANDE SCHERMO IL MONDO DEL PROGETTO

Anteo Palazzo del Cinema_Credito Giulia Virgara 01Non solo film, ma anche grande interesse dimostrato dal pubblico per i talk e i momenti di appro- fondimento grazie alle tante novità proposte quest’anno: la nuova sezione tematica “Bloom”, cura- ta da Antonio Perazzi, dedicata al rapporto tra uomo e natura; la selezione di pellicole curata dalla critica del design Alice Rawsthorn, Guest Curator di MDFF 2019; il gemellaggio tra Milano e Shanghai e il palinsesto di film in concorso per la Prima Edizione di AFA – Architecture Film Award.

Il Festival si è concluso con l’incontro con il regista Peter Greenaway e lo scrittore Gianluigi Ri- cuperati protagonisti di una conversazione attorno a “The Missing Nail. A vision by Peter Gree- naway for Cassina on Leonardo da Vinci’s The Last Supper”. Il regista inglese, attraverso questo suo lavoro, conduce una ricerca sui codici costruttivi, sui simboli nascosti negli oggetti e nella musicalità incarnata nella gestualità dei discepoli. Una storia oltre la storia, potremmo dire, che ha affascinato gli spettatori in sala fornendogli una nuova lettura dell’opera. La conversazione ha poi toccato una riflessione a tutto tondo, con toni anche ironici da parte di Greenaway, sulla fi- gura dell’architetto e sul valore dell’architettura nel tempo. Oggetto in diversi modi e misure dei suoi numerosi film.

Ed è proprio la rilettura di storie e tendenze note ai più ad aver attratto il pubblico accorso nelle sale dell’Anteo Palazzo del Cinema e della Fondazione dell’Ordine degli Architetti – che quest’an- no ha ospitato le proiezioni di gran parte dei 23 titoli di AFA – dimostrando come il cinema, con il suo linguaggio astratto, emozionale o documentaristico, possa intrattenere e approfondire allo stesso tempo.

“The Women of the Bauhaus”, di Susanne Radelhof, per esempio, ha raccontato e presentato le protagoniste femminili di questa avanguardia, rendendo loro un omaggio troppo a lungo rimanda- to. “Corrado Levi Marrakech Theorie 2006-2019” di Alice Guareschi ha invece permesso di con- versare – per interposta persona – con l’architetto, artista e collezionista torinese Corrado Levi, presente in sala, e di scoprire la sua casa-scultura in Marocco. Il cortometraggio “Rosanna, un ritratto” di Francesco Clerici ha portato in sala episodi professionali e biografici dell’architetto di interni Rosanna Monzini e Davide Rapp rivela nel suo “Peter Daler” che questo nome altro non è che la marca dei taccuini usati dall’architetto d’interni e docente alla Burg Giebichenstein Kunstho- chschule di Halle, Axel Müller-Schöll.

La selezione “Bloom” curata dal paesaggista e scrittore Antonio Perazzi, partendo da presupposti e storie apparentemente lontane tra loro, ha raccontato la potenza espressiva della natura, palco- scenico di rituali antichi ma anche strumento indispensabile nella ricerca di un ideale di pura bel- lezza. Se con “Great Gardens. Derek Jarman’s Prospect Cottage” il regista Howard Sooley.

 

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