Il presente e futuro dell’audiovisivo

 

FILM FESTIVAL IN PRESENZA, IL FUTURO DEL CINEMA ITALIANO PASSA ANCHE DALLE KERMESSE

Festival2Sono passati circa dieci mesi da quell’Otto Marzo che ha sbattuto il mondo come eravamo abituati a vederlo fuori dalle vite di ognuno di noi. Mesi di stallo, di paura, di titubanza, di rabbia, di rassegnazione. Mesi in cui abbiamo assistito al delirio di un sistema mondo sempre più in balia di un cavallo impazzito, che sgroppando ed impennando si libera di ogni “spiegazione”, etichetta. I concetti di spazio e tempo a cui eravamo abituati sono implosi in un contrarsi continuo di: “Si, ma, no, forse…”

Ed in questo stallo internazionale c’è, naturalmente, anche lui: il cinema. Fiero ferito di guerra che stanco e un po’ trasandato continua ad ergersi con la forza di cui sa essere capace.

Un periodo storico che anche per arte e cultura si veste di una sorta di terza guerra mondiale, un’aeronautica militare addestrata alla Maverick, a cui ha strappato via il romanticismo di “Take my breath away” per rimpiazzarlo con incertezza e paura. Paradossalmente uniti in una bolla temporale che si contorce da mesi alla ricerca di un posto dove atterrare senza scoppiare, i cinema si appellano a tutti coloro che credono e che infondo sanno che torneranno a respirare.

In mezzo a tutto questo tumulto di voci che gridano al fallimento e che un pochino, si sa, si nutrono di un pessimismo cosmico condito da un sapore melodrammatico e tragicomico, c’è chi lavora concretamente sul futuro del cinema:

La stagione dell’emergenza sanitaria ha costretto anche i festival cinematografici di tutto il mondo a reinventare la propria offerta nel corso del 2020, riorganizzandosi in modo innovativo tra edizioni online, festival in presenza e formati ibridi. Per verificare la risposta che in Italia si è registrata a questa autentica rivoluzione della promozione culturale e per elaborare modelli e riflessioni sul futuro del sistema, l’AFIC Associazione Festival Italiani di Cinema ha lanciato il progetto di ricerca “Piattaforma festival: indagine sul futuro degli eventi cinematografici”.

Con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiBACT e la collaborazione della società Atlantica Digital, il progetto di ricerca consentirà di raccogliere dati relativi all’ambito festivaliero italiano, ricostruendo come gli eventi cinematografici hanno affrontato questo inedito scenario.

Il primo passo del progetto è un articolato questionario rivolto in primis agli operatori del settore che è stato lanciato sia alle oltre 80 realtà presenti in AFIC sia a tutti i festival italiani che vorranno partecipare a questa eccezionale ricognizione strutturale. I passi successivi saranno dei focus group mirati, delle indagini di campo e una elaborazione di modelli e proposte che verrà presentata a marzo 2021 in un workshop aperto a tutte le categorie interessate, dagli autori ai produttori, dai giornalisti ai critici, dagli esercenti agli uffici stampa. Le risposte al questionario di partenza dovranno pervenire entro domenica 20 dicembre.

Il concetto di festival cinematografico risale ormai al 1932, data della prima Mostra del Cinema di Venezia,” dicono Giorgio Gosetti e Federico Pommier che coordinano il progetto. “Le trasformazioni registrate in quasi un secolo hanno certamente enfatizzato il ruolo di veicolo promozionale che i festival rappresentano per l’intera filiera cinematografica e per lo sviluppo della ricerca culturale. L’emergenza COVID-19 ha certamente sparigliato le carte e costretto tutti a una dinamica riflessione sul futuro. Intento di questa iniziativa di AFIC è fotografare la realtà esistente, potenzialità e criticità degli eventi su piattaforma digitale, ma soprattutto di elaborare progetti e modelli adeguati a un futuro che non vogliamo prescinda dal cuore stesso delle nostre manifestazioni: l’esperienza diretta e partecipata di una comunità cinematografica che si ritrova nella sala per condividere un’esperienza che rimane unica e insostituibile”.

Il presente e il futuro dell’audiovisivo dipendono anche dagli autori stessi:

“Noi autori dobbiamo portare avanti il nostro lavoro e farci trovare pronti appena tutto sarà in ripresa, con le serie, con i film. Non ho paura che il pubblico dimenticherà la sala, perché c’è voglia di aggregazione, di stare insieme. Andare in sala è un rituale e il cinema manca a tutti, anche a chi va poche volte all’anno. Cerchiamo di dare un po’ di ottimismo, non durerà in eterno questo momento, ha sottolineato Carlo Verdone, dando un messaggio di conforto e speranza al settore cinematografico in occasione dell’incontro online Il cinema che verrà, organizzato invece dal Festival del Cinema Europeo in una speciale edizione partita il 20 Dicembre 2020.

Il cinema che verrà è l’iniziativa ideata dal Festival del Cinema Europeo che nel 2020 è andato in scena on demand con la ventunesima edizione, in versione speciale intitolata Festival sotto l’albero, una rassegna che ha raccolto e reso visibili online i film vincitori e il meglio dei cortometraggi delle trascorse edizioni. Ed è un esempio di come questa enorme macchina fabbricante sogni non debba farsi arrestare dalla realtà, per lo meno non da questa realtà. Un nemico invisibile e per questo ancora più spaventoso.

L’iniziativa ha coinvolto illustri esponenti del settore: Carlo Verdone, ospite speciale dell’evento, Alberto La Monica, Direttore del Festival del Cinema Europeo, Laura Delli Colli, Presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Francesca Cima, Presidente Sezione Produttori Cinematografici ANICA, Luigi Lonigro, Presidente Sezione Distributori Cinematografici ANICA, Mario Lorini, Presidente Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, Stefano Francia di Celle,  Direttore Torino Film Festival, Chiara Omero – Presidente Associazione Festival di Cinema Italiani.

Il futuro del cinema è e resta nelle sale, parafrasando, giù le mani dalle sale cinematografiche! Chi teme che l’emergenza sanitaria possa cambiare le abitudini e sancire definitivamente le piattaforme digitali come l’unico futuro possibile accelerando un processo che sembrava essere già in atto, non c’è da preoccuparsi.

Il sostegno dello Stato naturalmente sarà fondamentale, ma i diversi esponenti che hanno partecipato all’incontro hanno sottolineato più volte quanto il Mibact abbia sostenuto il settore, a partire dalla cura e dalla sicurezza dei set che hanno permesso a molte produzioni di riprendere. Si gira infatti in presenza di presidi sanitari, è richiesta forte disciplina sui set e c’è stata una maggiore apertura anche a creare delle troupe allargate. Un’apertura che forse in tempi diversi sarebbe avvenuta con una certa difficoltà.

Tra gli argomenti cardine naturalmente anche il ruolo degli esercenti: sono infatti 1350 i presidi fermi ed il sostegno pubblico a cominciare dal recovery fund e da altri fondi, come quelli regionali ed europei saranno un aiuto fondamentale.

Secondo il Presidente Mario Lorini le sale si ripopoleranno senza problemi: “L’obiettivo è preservare tutte le sale: bisogna analizzare i casi, comprendere gli interventi opportuni per sostenerli cercando i fondi disponibili che siano regionali, europei. Bisogna vagliare tutte le possibilità e le opportunità per difendere questi luoghi, guardando anche alla polifunzionalità. Una natura che può dare respiro a questi luoghi che sono prima di tutto luoghi pubblici e fanno parte del nostro quotidiano. L’esercente deve essere il primo a valorizzare il momento dell’uscita di un film”.

Scegliere la forma ibrida o quella online, come il caso del Festival di Torino, si è comunuque rivelato un ottimo trampolino di lancio e ha dato la possibilità di avvicinare e conquistare un pubblico che era quello delle piattaforme ma non dei festival. Secondo infatti Chiara Omero, Presidente dell’Associazione dei Festival del Cinema Italiano è proprio da questa scoperta che bisognerà ripartire:

Questo pubblico dovrà essere valorizzato e avere l’opportunità di continuare a seguire i festival. La tecnologia che all’inizio faceva paura ha dato una seconda vita soprattutto ai piccoli festival, creando una rete di contatti in realtà ancora più vicina, pronta a confrontarsi più di prima. L’obiettivo deve essere nel tempo riuscire a far partecipare questo pubblico in presenza ai festival quando tutto sarà rientrato”.

Creare, sperimentare, lasciare (come spesso accade nella storia), che sia proprio da questa romanzata discesa negli inferi che riemerga la parte migliore. Il cinema e tutti i membri della sua immensa famiglia stavano già conoscendo un periodo di crisi ben prima della pandemia, è fondamentale che da questo arresto forzato si riparta con tutta la passione, la forza e lo spirito di cui esso stesso si compone.