Fate – The Winx Saga: la serie live action su Netflix

RECENSIONE DELLA NUOVA SERIE TV NETFLIX FATE – THE WINX SAGA, LIVE ACTION DEL SUCCESSO ANIMATO MADE IN ITALY DI IGINIO STRAFFI. DISPONIBILE DAL 22 GENNAIO

fate the winx saga netflix posterIntere generazioni sono rimaste stregate dal suo mondo fatato fin da quando il cartoon debuttò nel 2004, creato dall’italiano Iginio Straffi. Dopo 8 stagioni, alcuni lungometraggi, dei live show e un incredibile successo di merchandising, ora arriva anche la serie tv live action dedicata alle Winx.

Fate – The Winx Saga ha debuttato il 22 gennaio su Netflix, e la serie è già ben piazzata al primo posto della classifica delle 10 più viste del giorno, successo che lascia pensare a un vicino rinnovo per una seconda stagione.

Naturalmente le differenze con la serie animata ci sono e sono evidenti, a partire dal target: ambientati nel collegio di Alfea, situato in uno dei regni di Oltre Mondo, questi sei episodi sono destinati chiaramente a un pubblico di adolescenti, come adolescenti sono anche Bloom e le sue amiche, con tutti i problemi dell’età. Al centro della loro vita ci sono le classiche tematiche della rivalità amorosa e dello scontro generazionale con gli adulti, che sono costrette a fronteggiare e a risolvere per crescere e imparare a conoscersi e dominarsi. Perché il potere delle fate dipende dalle emozioni, e per saperlo gestire bisogna imparare a controllarsi. Gli antagonisti di questa prima stagione sono una misteriosa strega che torna dal passato e i Bruciati, esseri malvagi che infettano chiunque feriscano portandolo alla morte. Cosa che non poteva essere mostrata in un cartone per bambini, ma che invece trova tutto il suo spazio in uno young adult drama con sfumature dark (non a caso lo showrunner è Brian Young – The vampire diares), è proprio la cattiveria di alcuni e il linguaggio senza freni di altri.

Questa maggiore libertà in fase di scrittura contribuisce anche a creare personaggi con maggior spessore, a sfaccettarli meglio e a diversificarli. Ad aiutare tutto questo c’è però, o soprattutto, anche l’inserimento di tematiche come il bullismo, il bodyshaming, la lotta coi genitori, l’orientamento sessuale. E poi le fate e gli specialisti di Alfea bevono, fumano erba, svapano, fanno sesso: insomma, nella serie tutto è più reale (magia a parte). Perfino Bloom non è solo l’eroina, la trascinatrice del suo gruppo, ma è anche una ragazza con problemi ad accettare sé stessa e a fidarsi degli altri, ed è a tratti molto debole.

Le novità rispetto al cartoon di Straffi, è evidente, sono necessarie per superare il più colorato e glitterato The Winx Club che era pensato per un pubblico infantile, ma ciò non ha evitato alcune critiche avanzate dai fan. Tra queste, la decisione di rinunciare a una delle Winx protagoniste. Infatti Netflix ci propone un gruppo di cinque ragazze composto da Bloom, Terra, Musa, Stella e Aisha, rinunciando a Tecna. Inoltre la produzione è stata attaccata di essere stata troppo poco multietnica nella scelta del cast: infatti c’è solo un personaggio di colore. E poi le ali, dove sono le ali delle fate?

In conclusione, Fate – The Winx Saga gode di una maturità nuova rispetto al magico successo degli anni Duemila di Straffi, in quanto questa serie rispecchia la crescita degli spettatori dell’epoca, e forse proprio per questo saprà riconquistarli di nuovo, insieme a una nuova fascia di spettatori teen (alla quale ormai Netflix sembra voler pensare prepotentemente – se non esclusivamente – per le sue produzioni originali). Ma no, chi si aspetta uno show più in linea con Harry Potter rimarrà deluso, per mancanza di fascinazione, atmosfera e, ad essere onesti, anche originalità. Fate – The Winx Saga si presta di più a rimpiazzare il vuoto di genere lasciato da Sabrina vita da strega, cancellata con la sua quarta stagione.

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