Les promesses: recensione

LES PROMESSES: ISABELLE HUPPERT È LA PROTAGONISTA DEL FILM D’APERTURA DELLA SEZIONE DI ORIZZONTI A VENEZIA 78, UN DRAMMA POLITICO CHE LASCIA INDIFFERENTI.

Les promessesGENERE: drammatico

DURATA: 98 minuti

DATA D’USCITA: N/D

VOTO: 2/5

Les promesses del regista Thomas Kruithof (La meccanica delle ombre) è il film d’apertura della sezione Orizzonti del 78esimo Festival di Venezia, un dramma che ruota attorno agli intriganti giochi del potere senza riuscire a catturarli.

Clemence (Isabelle Huppert) è una combattiva sindaca della periferia parigina alla fine del suo secondo mandato. La donna ha speso la sua intera vita nel cercare di appianare le disuguaglianze sociali ed economiche all’interno della propria comunità. Adesso ha a che fare con un progetto che vede la riqualificazione di un complesso lasciato impoverire e ormai nelle mani di alcuni sciacalli.

Tuttavia, quando le viene offerta la carica di ministro la sua brama d’ambizione rischia di farle perdere di vista i suoi ideali e anche le promesse che aveva fatto ai suoi elettori. Riuscirà a mantenere la giusta rotta o finirà anche lei con l’essere corrotta?

Il film è strutturato in due parti: la prima è molto lenta e noiosa e funge da introduzione a un numero fin troppo eccessivo di personaggi, mentre la seconda è più equilibrata, ma non abbastanza da riaccendere l’interesse dello spettatore, che si sarà già spento dopo i primi quaranta minuti.

Non ci sono idee particolarmente innovative alla base della sceneggiatura di Les promesses, scritta dallo stesso Kruithof, le cui battute non riescono a fare breccia nel cuore di chi lo sta guardando, neppure se a pronunciarle è una sempre talentuosa Isabelle Huppert che ormai ha fatto suoi i personaggi un po’ oscuri e apri, come accadeva nella commedia dark Elle di Paul Verhoeven. Al suo fianco troviamo un convincente Reda Kateb nel ruolo del capo del suo staff. Davvero poco per salvare il film.

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