Hacksaw Ridge: recensione

MEL GIBSON PACIFISTA E RELIGIOSO TORNA IN REGIA RACCONTANDO LA STORIA VERA DI DESMOND DOSS, FATTA DI FEDE E DI CORAGGIO

Hacksaw-Ridge-PosterGENERE: biografico, guerra, drammatico

DURATA: 131 minuti

USCITA IN SALA:  N.D.

VOTO: 4 su 5

Desmond T. Doss (Andrew Garfield), cresciuto secondo la fede degli avventisti del settimo giorno, si arruolò all’età di 23 anni diventando il primo obiettore di coscienza per essersi opposto all’uso di qualsiasi tipo di arma. Giunto con il suo esercito a Hacksaw Ridge, nella battaglia di Okinawa contro i giapponesi, Doss lavora come medico e soccorritore sul campo, riuscendo a salvare 75 soldati. Finita la guerra, riceverà la medaglia d’onore per il suo servizio nella seconda guerra mondiale, senza mai utilizzare un’arma.

Fede, onore e coraggio. Mel Gibson torna dietro la macchina da presa a ben 10 anni di distanza dal suo Apocalypto, raccontando la vera storia di Desmond Doss, soccorritore militare (e primo dei tre obbiettori di coscienza) che si rifiutò di impugnare un’arma durante la battaglia di Okinawa. Hacksaw Ridge racconta proprio quell’esperienza che il giovane, arruolatosi all’età di 23 anni, compì sul campo in favore dei suoi compagni. Da sempre regista controverso, Gibson affronta alcuni dei temi attuali quali l’uso (improprio) delle armi, la non-violenza e il potere della fede.

Hacksaw Ridge si divide in due parti, in cui un primo capitolo viene dedicato al background di Desmond e la sua famiglia cristiana, dove conosciamo il padre violento e alcolizzato (Hugo Weaving), reduce dalla guerra che l’ha segnato e gli ha fatto perdere le persone più care. Tom Doss è contrario all’arruolamento dei suoi due figli nell’esercito, per questo non comprende fino in fondo la scelta di Desmond nel voler servire il proprio paese. C’è spazio per la storia d’amore, quella tra l’impacciato ragazzo e la dolce infermiera Dorothy (Teresa Palmer), che accetta il suo essere strambo, lo supporta, e attende pazientemente di sposarlo. La seconda parte di Hacksaw Ridge è un colpo al cuore. Siamo in pieno conflitto, le immagini usate da Gibson sono crude e violente, eppure così reali. La sofferenza dei soldati è percepita con una buona presa visiva, senza fare affidamento su musiche drammatiche.

“Tutto ciò che avevo visto era un ragazzo scheletrico. Non sapevo chi fossi veramente”, dice a Doss il Capitano Glover (Sam Worthington) in una delle scene finali del film, sottolineando la caparbietà del ragazzo. Incredulità anche da parte del duro sergente Howell (Vince Vaughn), che si ricrederà su Desmond. Andrew Garfield, abbandonata la tuta di Spider-man e diventa un supereroe umano, che corre, salta, si arrampica, non si arrende, senza usare ragnatele, ma fa affidamento solo sulla sua prestazione fisica con un corpo esile, ma appesantito dalla fede in Dio e dalla Sacra Bibbia con l’immagine dell’amata Dorothy sempre sotto la giacca.

Hacksaw Ridge celebra (forse un po’ troppo nello stile gibsoniano) l’eroe umano che con la sola forza della fede nelle sue convinzioni riesce a sopravvivere e ad aiutare il prossimo, colui che anche in tempo di guerra, non perde mai la speranza nel suo Dio. Perché è vero ciò che si dice: non tutti i supereroi indossano un mantello.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.