The Accountant: Recensione

IL DRAMMA DELL’AUTISMO IN THE ACCOUNTANT, UN ACTION THRILLER ALL’AMERICANA ABBASTANZA CONVINCENTE

the-accountant-posterGENERE: azione, drammatico

DURATA: 128′

USCITA IN SALA: 27 ottobre 2016

VOTO: 3 su 5

Il matematico Christian Wolff (Ben Affleck) è un geniale ma autistico contabile. Il suo lavoro consiste nell’occuparsi di una mite agenzia, ma segretamente segue la contabilità di alcuni dei più pericolosi criminali del mondo, gestendo le casse del loro denaro sempre sotto falso nome. Un giorno gli capita un nuovo incarico: la Living Robotics lo assolda su richiesta di una contabile, Dana Cummings (Anna Kendrick) che ha trovato dei buchi nella ragioneria della società. A causa della sua attività sotto copertura, Wolff inizia ad essere pedinato segretamente dalla Divisione anti-crimine del Dipartimento del Tesoro, dove il direttore Raymond King (J. K. Simmons) inizia a dare alla caccia al misterioso “contabile”, desideroso di scoprire la sua vera identità. Mano a mano che Wolff inizia ad avvicinarsi alla verità, il numero delle vittime aumenta a dismisura.

Prima di The Accountant c’era A Beautiful Mind. Al posto di Ben Affleck c’era Russell Crowe. Christian Wolff è il nuovo John Nash. Circondato in un mondo fatto di numeri, che sono i suoi compagni di gioco fin da quando è piccolo, insieme a un puzzle di Muhammad Ali e una filastrocca su Solomon Grundy, Christian diventa adulto e impara a tener sotto controllo i suoi difetti di bambino autistico, tamburellando le dita quando è sotto pressione, e ripetendo il fastidioso ritornello. Chris soffre di un neurosviluppo che gli ha provocato un fragile autismo. Come Harold Finch della serie Person of Interest, il suo unico ‘contatto’ di cui si fida è una donna che gli parla al telefono e gli dà istruzioni sui prossimi clienti da contattare.

Il personaggio protagonista di The Accountant è costruito ad hoc su Ben Affleck, facendo affidamento sulla sua presenza fisica e sull’atteggiamento da duro (per non parlare della zero espressività del suo carattere, come da copione). Maneggia le armi da vero intenditore, salta da un camion a un’altra vettura con estrema facilità, spaccando vetri e muri vari, come se Ben Affleck fosse rimasto nei panni di Batman fin troppo a lungo. Seppur debole nella trama e nei dialoghi, a volte talmente assurdi da essere imbarazzanti, The Accountant funziona nel suo essere una buona americanata proprio per questo.

Buona la performance di Jon Bernthal, qui nei panni del villain della storia, che fa più paura in The Accountant che nelle vesti di Punisher in Daredevil. Un po’ in disparte il Premio Oscar Simmons, non sfruttato al massimo; simpatica invece Anna Kendrick che nella sua minuta presenza strappa qualche sorriso al muto protagonista e anche al pubblico.

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Linguista, aspirante giornalista, amante del cinema, malata di serie tv, in particolare dei crime polizieschi.