James Stuart Blackton: una vita a rivoluzionare il cinema

DA ”MAGIC FOUNTAIN PEN” A ”NEMO”, JAMES STUART BLACKTON, IL PIONIERE DELL’ANIMAZIONE

james-stuart-blackton-Il cinema americano non può vantare nobili origini: oggi certo è una delle più floride e conosciute industrie del mondo ma, proprio alla luce del livello artistico attuale, i suoi primi passi appaiono goffi e i risultati a dir poco imbarazzanti.
Prima del 1906 le riprese erano fisse. Nel senso che la macchina da presa restava immobile per tutto il tempo, sempre alla stessa distanza da un fondale dipinto e illuminato in maniera uniforme: la visione si articolava per quadri animati, ma grossolani e sciatti. Nel contesto sgargiante del vaudeville in cui venivano proiettati, avevano quasi lo scopo di svuotare la sala tra uno spettacolo e l’altro.

Non sorprese quindi nessuno il periodo di crisi in cui il cinema entrò intorno al 1905-1906. Il pubblico, perso il poco interesse restante, abbandonò del tutto le sale, il cui biglietto d’ingresso scese ai minimi storici. Tuttavia la reinvenzione del cinema cominciò proprio da quel momento: in quegli anni si diffusero nel nord del paese i cosiddetti nickelodeon (dal nichelino sufficiente per pagare il biglietto), strutture dove le proiezioni proseguivano per tutta la giornata, ideali come punti di ritrovo per la classe operaia e la sconfinata massa degli immigrati.
Con l’avvento dei nickelodeon le case di produzione conobbero finalmente un periodo di prosperità e il cinema iniziò a rinnovare forme e contenuti. Tra i primi cineasti che portarono alla rinascita del mezzo cinematografico si distinsero i fondatori della Vitagraph, Albert Smith e James Stuart Blackton.

Tra i due il regista con più talento si rivelò senza dubbio Blackton, che per molti anni realizzò da solo l’intera produzione della casa, a volte con una visione anche troppo avveniristica per i suoi tempi. In And the villain still pursued her or, The author’s dream (1906), ad esempio, mise in scena una stravagante parodia surrealista del melodramma. Con Magic Fountain Pen (1909) invece, ebbe modo di affermarsi come pioniere nel campo del cinema d’animazione. Benchè sia meno conosciuto rispetto a quello di altri registi, il suo lavoro permise alla tecnica e all’animazione di diventare perni importanti nell’industria culturale americana, promuovendo nuovi settori produttivi e rivoluzionarie ricerche espressive.

Il successivo e ultimo passo di Blackton nel mondo del cinema fu quello di portare i comics sul grande schermo. Collaborando con il celebre fumettista Winsor McCay, lo aiutò infatti ad animare il suo personaggio più famoso, Nemo, pubblicato a colori sul New York Herald dal 1905. Entrambi avevano alle spalle una formazione da cartoonist ma, mentre Blackton aveva avuto modo di maturare una certa esperienza dietro (e davanti) alla macchina da presa, per McCay, dopo sei anni di pubblicazione del suo fumetto, quella era la prima prova. In seguito, sino al 1914, si sarebbe dedicato con passione alla creazione dei primi grandi film a cartoni animati.

Con questo cortometraggio avvenne di fatto uno scambio di testimone tra due geniali pionieri dell’animazione: nel 1911 Blackton e McCay collaborarono come co-registi a Winsor McCay, the Famous Cartoonist of the N.Y. Herald and His Moving Comics, un piccolo gioiellino che mostra la preparazione dei centinaia di disegni necessari a creare una breve sequenza animata, proiettata per scommessa davanti agli sbalorditi amici di McCay. Il risultato sotto il profilo grafico si rivela un completo successo. I personaggi risultano incredibilmente concreti nella loro realizzazione e la moltitudine di colori arricchisce l’animazione tanto da renderla la più stupefacente di cui si abbia testimonianza, almeno sino a quel momento, nella breve storia del cinema.

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