CREATO DA JENJI KOHAN E BASATO SUL LIBRO DI PIPER KERMAN, ORANGE IS THE NEW BLACK È UNA SERIE TV CHE VEDE DONNE PROTAGONISTE SEMPRE
Anche la quinta stagione di Orange Is the New Black è volata. Tredici episodi che raccontano la rivolta causata dalla morte di una delle detenute, per mano di una guardia carceraria non addestrata. L’ultima puntata vede il cerchio ristretto delle protagoniste primarie, se possiamo parlare di protagoniste in una serie così corale, riunite e unite in attesa di ciò che sarà.
Scorrendo i vari titoli di coda delle puntate salta subito all’occhio che i nomi presenti sono per lo più femminili. A partire dalla creatrice Jenji Kohan, una donna dai capelli blu che ha portato sul nostro piccolo schermo serie tv come Weeds, Sex and the City, Una mamma per amica e Will & Grace. A leggere i titoli che compongono il suo curriculum, non è strano vedere il successo di Orange Is the New Black, da sempre la Kohan sguazza nelle commedie nere, in progetti dal cast prettamente femminile, copioni formati da battute argute e personaggi rappresentanti della cultura LGBT.
Oltre alla Kohan, quasi tutte le puntate di questa quinta stagione sono state scritte da donne. Come Lauren Morelli, sceneggiatrice dal 2003 per la serie tv, che ha ricevuto nomination per il premio dell’Online Film and Television Association per la “Miglior sceneggiatura in una serie tv commedia” e per il premio del Writers Guild of America per la “Miglior serie tv commedia”. Ma non si trovano donne solo nella stanza degli sceneggiatori o nei camerini, la quinta stagione ha visto anche delle registe, tra le quali Wendey Stanzler (regista anche per Grey’s Anatomy, Sex and the City, Ugly Betty, The Vampire Diaries e molte altre) e Laura Prepon.
L’interprete di Alex Vause, a dispetto del minutaggio sullo schermo, ha diretto il decimo episodio di quest’ultima stagione. Una puntata che ha riportato vecchie conoscenze all’interno del carcere femminile di Litchfield e dove i grandi capi, cercando di tirare le somme, sono costretti ad ammettere le loro mancanze e colpe.
Orange Is the New Black non è una semplice serie tv, grazie al rilascio in blocco tutti gli addetti ai lavori devono stare attenti ad ogni minimo dettaglio perché il fan potrebbe guardarsi l’intera stagione in un solo fiato e, quindi, ogni minima discrepanza tra una puntata e l’altra salterebbe subito all’occhio. Se il progetto della Kohan, all’inizio, si era focalizzato sulla protagonista e scrittrice del libro, con il passare delle stagioni ha preso un respiro più ampio presentando ogni protagonista, o personaggio ricorrente, raccontando la loro storia, il loro reato, o un momento particolare della loro vita, come nella terza stagione dedicata soprattutto al rapporto con le madri.
Tra i personaggi ricorrenti, non si possono non nominare Suzanne “Crazy Eyes” Warren, interpretata da Uzo Aduba, una strepitosa attrice capace di creare un personaggio sia aggressivo, ma allo stesso tempo dolce e naïve. La recitazione e la mimica facciale non vengono mai esagerati, la Aduba riesce a calibrare bene ogni singola sfaccettatura del carattere del suo personaggi creando scene da brividi e senza mai cadere nella macchietta. Altri due personaggi che hanno acquistato maggior minutaggio sullo schermo sono le due dipendenti da anfetamine Angie e Leanne, interpretate da Julie Lake e Emma Miles. Accomunate dalla loro dipendenza le due ragazze sono talmente sconnesse con la realtà e con un metro di giudizio sfasato che ogni loro uscita o azione non può che strappare delle risate.
La serie tv targata Netflix è un tripudio di donne di talento che si sono portate a casa molti premi e riconoscimenti e che riescono a rappresentare le sfumature del mondo e a riflettere su ciò che sta succedendo con dei personaggi rinchiusi dietro le sbarre.
