Ancora auguri per la tua morte: recensione

ANCORA AUGURI PER LA TUA MORTE, L’EFFETTO FARFALLA DI UNA SAGA HORROR CHE PARLA ANCHE AL CUORE 

ancora auguri per la tua morteRealizzare il sequel di un film di successo non è mai facile, bisogna trovare il giusto equilibrio tra la replica e la novità. Molti sequel falliscono perché ripetono per filo e per segno quanto già visto nel primo capitolo, altri perché si allontanano talmente tanto dall’idea inziale da avere poco o niente in comune. Non c’è una formula matematica, ma si fa presto a capire chi lo fa con le giuste intenzioni e chi per motivi di lucro.

Questo seguito funziona perché riunisce il cast al completo, rivisita le situazioni del primo, ma ampia l’universo in cui i personaggi si muovono, creando una nuova storia. Basta poco in fondo: i primi minuti si riallacciano al finale del precedente e proprio nel momento in cui si teme l’effetto fotocopia, con la sola differenza di una vittima diversa costretta a ripetere il giorno all’infinito, il film si sposta su un nuovo territorio, quello del multiverso, della meccanica quantistica, delle infinite possibilità del nostro universo. Niente che non sia stato già visto, il primo in fondo traeva spunto da Ricomincio da capo, ma come allora, anche questa volta l’ispirazione è subito dichiarata e omaggiata, in modo poi da essere liberi di aggiungere freschezza al concept e rielaborare l’idea a seconda delle necessità.

La protagonista Tree (Jessica Rothe) in questo caso si ritrova bloccata in una versione della realtà che non è la sua, una dimensione parallela alternativa dove molti dettagli appaiono capovolti. La missione è evitare il paradosso temporale, prevenire la morte di tutti e (forse) tornare nella propria dimensione. Il film non è composto solo da momenti di paura alternati a quelli leggeri, ha anche un cuore che pulsa nel legame tra la protagonista e la madre. Legame che finisce per creare un dilemma con l’amore appena trovato. Come si diceva, le intenzioni sono quelle giuste, ovvero fare un prodotto di intrattenimento, ma che abbia anche qualcosa da dire.

In agguato c’è sempre la trappola della tematica dei viaggi nel tempo e ci sarà sicuramente chi punterà il dito contro passaggi che creano buchi di logica. Ma in un film dai toni dichiaratamente horror/commedia non serve essere troppo puntigliosi. Il nostro consiglio è di lasciarsi trasportare e simpatizzare con questo gruppo di attori giovani e ben affiatati e, chissà, così facendo potreste anche rimanere sorpresi dal sentimentalismo alla base di ogni azione.

 

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"O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire."