Qualcuno salvi il Natale 2: recensione

QUALCUNO SALVI IL NATALE 2: CON L’ARRIVO DELLE FESTE NETFLIX SFORNA IL SEGUITO DELLA COMMEDIA CON KURT RUSSELL, MA L’INCANTO È SVANITO

DURATA: 115 minuti

USCITA: 25 novembre 2020

VOTO: 2.5 su 5

qualcuno-salvi-natale-2L’inevitabile seguito di Qualcuno salvi il Natale perde per strada gran parte di ciò che aveva reso magico il precedente, ovvero il rapporto tra i bambini e Babbo Natale, la voglia di continuare a credere che si scontra con il cinismo adulto, quel senso di famiglia che scalda il cuore durante le feste. Invece punta tutto sulle sue star Kurt Russell e Goldie Hawn. La storia è quasi tutta ambientata al Polo Nord, nel villaggio di Babbo Natale e riduce la famiglia a figurine, a carta da parati, elevando a protagonista assoluta Kate, la ragazzina ormai adolescente. Persino il fratello maggiore viene lasciato indietro; la nuova spalla è un piccolo fratellastro, affezionatissimo a Kate, che serve a restituire alla pellicola lo sguardo infantile.

La trama vuole che la famigliola per Natale sia in vacanza in un villaggio tropicale di Cancun. E Kate lamenta la mancanza dello spirito natalizio, della neve e degli abeti addobbati. Soprattutto sente la mancanza del padre e teme che la nuova relazione della madre cancelli quel ricordo per sempre. Nel frattempo l’elfo Belsnickel, incattivito dall’essere stato tramutato in umano e cacciato dal Polo Nord, prepara un piano diabolico per appropriarsi del Natale, usando Kate come esca.

La chiave per il successo di una favola di questo genere è quella di far credere che il Natale sia veramente in pericolo, di non riuscire ad essere salvato prima della fine del film, anche quando sappiamo già come andrà a finire. Mai per un momento in questo seguito il pericolo sembra reale. L’antagonista è la peggior brutta copia di un Gargamella qualsiasi, è un esiliato che giura vendetta, destinato a fallire ancor prima di mettere in moto le sue macchinazioni. Le gag dovrebbero scaturire da una situazione di caos, a causa di una pozione magica gli elfi diventano piccoli gremlins impazziti, ma spesso risultano solo blande scenette. Tra l’altro il regista Chris Columbus di Gremlins aveva firmato la sceneggiatura, quindi non fa altro che riciclare le proprie idee già collaudate.

Il viaggio a ritroso nel tempo è un’idea carina che, se maggiormente e meglio utilizzata, avrebbe potuto impreziosire la trama. Anche qui, nulla di nuovo sotto il sole, ma almeno avrebbe creato la possibilità di esplorare diverse ramificazioni, invece diventa una scusa per il numero musicale obbligatorio. Il quale è ovviamente più pomposo e improbabile di quello del film precedente, perché si sa, se ha funzionato la prima volta, va ripetuto all’ennesima potenza.

Ecco, il pregio del primo film era quello di essere in grado di intrattenere sia adulti che piccini, come i migliori film per famiglie sanno fare, qui il target è chiaramente un pubblico di giovane età che non si ponga troppe domande e si faccia coinvolgere da luci, colori e azione.

 

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