Kingsman – Secret Service: recensione film

DIVERTENTISSIMO E RIUSCITO NUOVO FORMAT: AZIONE+COMMEDIA+PULP

locandina kingsmanGENERE: azione

DURATA FILM: 129 minuti

USCITA IN SALA: 25 febbraio 2015

VOTO: 4 su 5

Avete presente l’arte marziale del kung fu? Bene, ora associatelo al volto intellettuale e dannatamente british di Colin Firth. Vi stona qualcosa? Forse, ma diciamo da questa sorta di ossimoro e dal fumetto omonimo di Mark Millar nasce il progetto Kingsman – Secret Service, regia di Matthew Vaughn, già autore del cultissimo primo episodio di Kick Ass. La trama lineare, il film ad effetto.

Una super segreta compagnia di agenti slegati dal M6 ma devoti a sua maestà la regina d’Inghilterra cura l’equilibro del mondo, o almeno tenta di farlo. Quando un agente perisce sul campo si cerca di sostituirlo con una nuova recluta, previo durissimo e altrettato segreto allenamento. Il talentuoso agente Harry Hart, vista la nuova minaccia globale, sceglie il suo protetto da addestrare, lo sfacciato Gary…voce e corpo del giovane Taron Egerton.

Lo hanno definito un mix tra James Bond e Tarantino e in parte è vero, vista la massiccia dose grottesca, la presenza del “sempreverde” villain Samuel L. Jackson, di un cast composto anche da Mark Strong e Sir Michael Caine, oltre ad una grande maestria nelle scene d’azione, in armonia perfetta con l’ironia che pervade la pellicola. Tanti i riferimenti cinematografici, sapiente l’utilizzo della slow-motion e innovativa la messa in scena che reinventa la graphic novel e pone le basi per un ibrido pulpomedy che farà gola a molti produttori d’ora in avanti.

Eleganza, stile, bon-ton e assoluta fermezza: queste qualità rendono kingsman un uomo. Oltre alla destrezza con armi e la coordinazione tesa alla violenza del proprio corpo, sempre, naturalmente, tesa alla buona azione per la salvaguardia di quel patrimonio universale chiamato pace. Certo, qualche scivolone da pistoleri americani in terra british rimane, ma Kingsman è un prodotto di qualità per un pubblico che entra in sala con gli occhi carichi di speranza ed esce appagato dello spettacolo, il circo delle prodezze ad alto tasso di ironia condito con dosi massicce di umorismo nero.

Scommettiamo sin da adesso che avrà il suo seguito di sostenitori, in un panorama stantio e asfittico di idee, questa risulta in qualche modo un’operazione commerciale di gran lunga superiore alla media. Ben scritta, divertente, un nuovo format che unisce generi diversi e li serve alla temperatura di un pubblico raffinato e al contempo generalista, dal gusto elegante ma anche informale. Indossate quindi lo smoking che si va in scena, comincia lo show.

 

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